La Città
in evidenza Orari apertura invernali Chiesa romanica di Sant'Antioco di Bisarcio e Grotta San Michele: 10.00 - 16.00; Museo Archeologico "Alle Clarisse": martedì e giovedi 08.00- 14.00, mercoledì e venerdì 08.00 - 14.00; 14.30 - 18.00; sabato 08.00 - 14.00; 15.00 - 19.00 e domenica 09.00 - 13.00; 15.00 - 19.00
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Santa Maria Immacolata (Cattedrale) –  sec. XIX

La chiesa di Santa Maria è menzionata dal XV secolo, ma le sue origini sono più antiche. Dal ‘400 i vescovi di Bisarcio stabiliscono la loro dimora nei pressi del luogo di culto, quartiere che da quell’epoca prende il nome di Episcopiu. Con la soppressione delle Diocesi di

 Bisarcio e Castro (1503), Santa Maria divenne la chiesa più importante del vicariato e nel 1550 venne sottoposta a lavori di ampliamento e restauro, secondo i canoni dello stile gotico-catalano.

La nuova chiesa venne consacrata nel 1571 col titolo di Immacolata Concezione e nel 1621 venne elevata a rango di Collegiata. A seguito della ricostituzione della Diocesi di Bisarcio (1803), alla Collegiata venne conferita dignità di Chiesa Cattedrale. Dato il nuovo prestigio acquisito dall’edificio, nel 1846 vennero avviati i lavori di ampliamento sotto la direzione dell’architetto Gaetano Cima.

A questi restauri si deve l’attuale forma neoclassica dell’edificio. A termine dei lavori (1893) la Cattedrale venne nuovamente riconsacrata. L’impianto è a croce latina, con tre navate e tre cappelle per lato, transetto e abside circolare.

Nel transetto sono ancora visibili i resti della chiesa gotico-catalana. 

Una scenografica scalinata precede la facciata neoclassica movimentata da colonne con capitelli ionici e dal fregio in stucco che celebra la ricostituzione della Diocesi di Bisarcio nel 1803. La chiesa è affiancata dalla torre campanaria, costruita nel 1852. Tra gli arredi custoditi all’interno sono da segnalare: il coro ligneo del 1750 e il settecentesco altare maggiore in marmo bianco intarsiato con marmi policromi. L’altare è dominato dalla splendida statua in marmo dell’Immacolata.

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Per il progetto In S’Aera

La Cena di Natale

Pinacoteca Cittadina

H. 19.00 22 dicembre 2019

 

Il 22 dicembre alle 19.00 nella Pinacoteca Cittadina “G. Altana” ritorna la cena di Natale dell’Istituzione San Michele. L’evento si inserisce nel progetto In S’aera, patrocinato dalla Camera di Commercio di Sassari, che mira alla valorizzazione del paesaggio rurale ed i suoi prodotti.

Per questo si vuole creare un connubio tra l’anima rurale del territorio del Logudoro e il teatro come forma di comunicazione.

Ad animare la serata saranno infatti gli attori della compagnia teatrale I Barbariciridcoli di Ottana con lo spettacolo “Skabaretch”. Uno spettacolo di improvvisazione che mira a costruire un rapporto coinvolgente con gli spettatori attraverso una serie di sketch e animazioni teatrali che vedranno la partecipazione diretta del pubblico, che sarà scardinato dalla sua posizione passiva di spettatore e di mero fruitore della rappresentazione. Richiamando le parole sketch e cabaret, entrambe sinonimi di un teatro di genere umoristico fondato sulla parola, sul ritmo e sulla varietà, Skabaretch è uno spettacolo divertente ed esilarante, durante il quale anche la ruralità, con le sue diverse declinazioni, sarà un soggetto protagonista, così come la lingua sarda, alternata dalla “pantomima sonora” (un attore interpreta la scena mimicamente, mentre un altro ne interpreta, solo con l’uso della voce, l’intera colonna sonora) e dall’ostrogotzo, lingua del tutto inesistente e inventata.

Al momento della cena saranno invece i prodotti a farla da padroni: accuratamente preparati dallo chef del ristorante "La Torre" di Ozieri saranno serviti quei prodotti che, abili mani di donne, il paesaggio rurale lo hanno trasformato in attività lavorativa, portata avanti con maestria e passione. I posti sono limitati, la prenotazione è obbligatoria entro il 16 dicembre.

Per info e prenotazioni contattare il numero 0797851052.

La quota di partecipazione è € 26,00

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Mercoledì 3 luglio alle 19.30 il chiostro del Centro Culturale San Francesco sarà lo scenario della presentazione del libro di Giacomo Mameli “La chiave dello zucchero”, inserito nel calendario del Festival “Sette sere,Sette piazze,Sette libri che per la prima volta approda ad Ozieri.

Il libro racconta la seconda guerra mondiale, dando voce a sette diretti protagonisti. Dentro i loro racconti una moltitudine di altre vite e tragedie rimosse. Soldati, prigionieri di guerra, partigiani testimoniano il quotidiano di una sottostoria introvabile nei libri di Storia.

Il libro è stato scritto quasi sotto dettatura, con pochissimi interventi esterni ai racconti, per lasciare intatta la spontaneità della narrazione orale.

Esperienze diverse che portano in diversi scenari e teatri di guerra (Egitto, Tunisia, Kenya, Sudafrica, Piemonte, Toscana, Polonia); tutte hanno un legame forte con la Sardegna: coinvolta più di quanto appaia in quel grande disastro, anche direttamente, come ricorda la strage del ’43 raccontata da Iolando Fosci (vivente), quando gli aerei americani fecero 99 morti e 300 feriti bombardando l’inerme abitato di Gonnosfanàdiga.

Gli altri racconti portano dentro la battaglia di El Alamein, dove Egidio Lai si salvò dalle pallottole nemiche al riparo di un muro raccapricciante di cadaveri ammucchiati; nella «guerra delle mine» dell’artificiere Francesco Cossu, in Tunisia; attraverso lo sbando dell’8 settembre 1943 nella Resistenza di Francesco Salis, il partigiano Ulisse morto nella strage di Valmala, e di Adriano Vargiu, membro della piccola banda di Ariano, giustiziata dai tedeschi e dai fascisti in Toscana (e qui s’innesta anche la preziosa memoria di Giuseppe Fiori sul partigiano Alfredo Gallistru).

Infine si presenta la rievocazione dell’oppressione tedesca della polacca Leokadia Sas (sarda d’adozione), dove trova posto il raro ricordo del giovane professore Karol Wojtyla. Con abilità Mameli intreccia memorie orali, sapiente indagine giornalistica e letteratura storiografica, ma sempre tenendo saldo il filo di un’affabulazione che sa di racconti intorno al fuoco.

Giacomo Mameli, giornalista, scrittore e direttore del mensile Sardinews, si è laureato in Sociologia alla Scuola superiore di giornalismo di Urbino ha discusso la tesi con Paolo Fabbri e Carlo Bo “Quattro paesi, un'isola”, è direttore artistico del festival letterario “Settesere, Settepiazze, Settelibri” a Perdasdefogu.

Il festival letterario nasce nel 2010 allo scopo di promuovere la lettura, portando gli autori ad avere un dialogo diretto con i loro lettori. Una settimana dedicata interamente alla cultura con ospiti di rilievo nazionale ed internazionale, dando spazio anche agli autori isolani.

L’obiettivo è quello di rinsaldare i rapporti della comunità attraverso la lettura e il coinvolgimento di tutti i rioni: ogni piazza, ogni cortile si trasforma in un teatro a cielo aperto dove ognuno porta una sedia dalla propria casa, come avveniva nel passato.

 

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L’Istituzione San Michele per il 22 dicembre organizza al Civico Museo Archeologico “Alle Clarisse” La cena di Natale: un modo alternativo di assaporare il Natale…nelle sale dell’antico Convento delle Clarisse si potrà vivere un connubio tra cibo, teatro e letteratura, il tutto immersi in una magica atmosfera natalizia.

  

Durante la cena, preparata dallo staff del Ristorante Il Teatro, si assisterà all’esilarante spettacolo teatrale de La Compagnia delle Donne di Ozieri con le componenti della Compagnia delle Donne Nuccia Cola, Maria Assunta Becca, Carmela Arghittu, Angela Aini e la partecipazione di Edoardo Farina, Antioco Bellu, Federico D’Elia, Laura Spanu e Giovanna Maria Marongiu: intorno alla tavola imbandita del Cenone di Natale ci saranno tradimenti, frecciatine, confessioni e risate, ma soprattutto la scomparsa di un anello.

L’appuntamento è alle h.19.30.

Il costo è di € 26,00 per persona.

La prenotazione obbligatoria in quanto i posti sono limitati

Per info e prenotazioni 079 7851052 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 


 



LE SALE ESPOSITIVE

  • SALA 1 - Dedicata alla preistoria del territorio di Ozieri, contiene reperti provenienti dalle grotte e dal territorio.
  • SALA 2 - Vi sono esposti i reperti a partire dall'Età del Bronzo e del Ferro, che corrisponde in Sardegna alla Civiltà Nuragica.
  • SALA 3 - Dedicata ai reperti di epoca storica, in particolare punici e romani
  • SALA 4 (corridoio) - Accoglie reperti litici medievali e rinascimentali e materiali bronzei e ceramici dall'Alto Medioevo all'Età Moderna.

 LA SEZIONE NUMISMATICA

  • SALA 1 - Collezione di monete puniche, greche e della Repubblica Romana
  • SALA 2 - Monete imperiali da Augusto a Costanzo Cloro
  • SALA 3 - Monete da Costantino il Grande a Graziano e da Teodosio a Costantino IV. Monete barbariche.
  • SALA 4 - Monete medievali, aragonesi, spagnole e sabaude di zecca sarda.

 LA SEZIONE ETNOGRAFICA

  • SALE BANDINI – Le sale ospitano una sezione etnografica costituita dalle donazioni effettuate dagli eredi di eminenti cittadini ozieresi e comprendono, tra l’altro, una serie di ritratti, fotografie ed oggettistica d’epoca, documentazione storica.
  •  SALA CONGRESSI -  Sala utilizzata per conferenze, esposizioni temporanee, laboratori.

 

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